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al testo di Alessandro Porri
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Se avessi potuto e voluto studiato di più, sarei ora veramente un affermato cardiochirurgo o precario in un misero ospedale di periferia?
Se avessi superato quell’irritante esame al conservatorio, sarei diventato un affermato concertista o un insignificante insegnante di chissà quale scuola?
Se avessi dato tutto me stesso nello sport, avrei magari meritato una finale olimpica o sarei stato un fallito idealista in perenne lotta al doping?
Se l’oratorio non avesse riempito le mie giornate d’estate, avrei conosciuto la manualità e l’autenticità di un artigiano o avrei percorso strade bucate come alcuni compagni di gioco?
E… se avessi creduto nel mio unico grande amore, sarei felice di avere l’agio di sapere che nulla uniti è insormontabile o abiterei ugualmente la mia solitaria disperazione?
L’uomo ha bisogno di rimpianti, di rammarichi, di nostalgiche nostalgie, ne dissemina in modo irregolare nel cammino che è l’esistenza, sono alibi e salvagente che lo aiutano a giustificare l’incompiuto presente |
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